IL CONSENSO INFORMATO IN ODONTOIATRIA TRA DOVERI DEL MEDICO E DIRITTI DEL PAZIENTE

Il consenso informato costituisce atto obbligatorio preliminare dell’odontoiatra e necessario presupposto per il legittimo espletamento di una qualsiasi attività sanitaria. Esso tutela il diritto del paziente ad essere preventivamente informato circa un determinato trattamento sanitario ed a decidere se accettare il trattamento o meno in virtù del diritto di autodeterminazione terapeutica costituzionalmente riconosciuto dagli artt. 13-32 della Costituzione.

Il consenso, per legittimare il trattamento terapeutico, non può essere considerato un mero adempimento burocratico; esso costituisce un vero e proprio obbligo civile e disciplinare. Esso deve essere “libero” ed “informato” nel senso che deve essere fornito dal medico mediante un linguaggio comprensibile, completo di tutte le informazioni circa i costi e i benefici del trattamento terapeutico affinché il paziente possa consapevolmente decidere se accettare le cure proposte; deve altresì essere “esplicito” nel senso che deve essere manifestato espressamente dal paziente e riguardare uno specifico trattamento terapeutico.

La materia risulta particolarmente delicata proprio in ambito odontoiatrico in ragione della tipologia dei trattamenti da eseguirsi sulla persona che possono andare ad incidere anche sull’aspetto estetico del paziente. Per tale ragione è fondamentale che l’informativa al paziente sia il più possibile dettagliata, esaustiva e comprensiva anche dei rischi e dei costi che il trattamento terapeutico richiede.

La violazione del dovere di informazione può comportare una responsabilità civile e penale dell’odontoiatra, con la conseguenza che in caso di contenzioso con il paziente sarà il medico a dover provare il corretto adempimento dell’obbligo posto a suo carico.

Da un punto di vista deontologico, invece, l’inosservanza dell’obbligo di acquisizione del consenso può costituire un illecito di natura disciplinare.

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MANTENITORE DI SPAZIO: PRESERVARE IL LEEWAY SPACE

Il recupero dello spazio è una delle problematiche fondamentali nella pratica ortodontica. A questo scopo si sceglie di tenere come arcata guida quella mandibolare, la quale presenta solitamente limitazioni maggiori rispetto al mascellare superiore. In linea teorica sarebbe possibile recuperare spazio in 2 diverse direzioni: in senso trasversale e in senso mesio-distale (quindi antero-posteriormente). Esistono differenze di entità e modalità di recupero dello spazio dipendenti anche dal settore interessato, a seconda che si tratti di quello anteriore, laterale o posteriore.

Il Leeway space costituisce probabilmente la riserva di spazio principale nei settori posteriori dell’arcata inferiore e, in misura estremamente ridotta, in quella superiore. Si tratta dello spazio – attestabile attorno ai 2-2,5 mm – che si viene a formare nel corso della fase tardiva della permuta dentaria a seguito dell’esfoliazione del secondo molare deciduo, che viene sostituito dal secondo premolare permanente, dotato di un diametro mesio-distale inferiore.

Questa riserva potrà essere ovviamente sfruttata nei pazienti in cui è richiesto un recupero fino a 4-5 mm per l’intera arcata, dopodiché andrà necessariamente affiancata ad altre strategie cliniche.

Naturalmente, il sistema di compensazione del nostro organismo farebbe sì che in breve tempo lo spazio venga occupato dalla mesializzazione del primo molare permanente. Questo processo si previene con il posizionamento di un mantenitore.

Sorge quindi spontaneo domandarsi quali altre utilità abbiano i mantenitori di spazio e quali tipologie siano presenti sul mercato.

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In primo luogo, come detto, si posiziona un mantenitore tra quinto e sesto inferiore nel momento in cui si pianifica di sfruttare il Leeway space a fini ortodontici. Oltre a questo, i mantenitori possono essere indicati ogni qualvolta venga perso precocemente un elemento deciduo, per evitare che la mesializzazione di un elemento permanente posteriore vada a bloccare l’eruzione del succedaneo del deciduo perso. Ciò non vuol dire che la perdita precoce di un deciduo equivalga necessariamente alla necessità di posizionare un mantenitore. La stabilità occlusale, infatti, deriva da diversi altri fattori, tra i quali ad esempio il tono muscolare.

L’uso dei mantenitori è indicato, oltre che posteriormente, nel settore laterale.

Si distingueranno due tipologie principali di mantenitore di spazio propriamente detto. Quello fisso cementato è un’anello metallico bandato intorno al dente e saldato a una struttura interposta allo spazio. Esistono poi mantenitori rimovibili in resina, sicuramente vantaggiosi per quanto riguarda l’igiene orale domiciliare, che richiedono maggiore compliance da parte del piccolo paziente.

Sono tuttavia considerati mantenitori di spazio tutti quei dispositivi atti a minimizzare la spinta disto-mesiale di elementi come i sesti, come nel caso dell’arco linguale.

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