FLUORO NELLA PREVENZIONE DELLA CARIE: FLUOROPROFILASSI

L’importanza del fluoro nella prevenzione della carie è supportata da un’ampia letteratura scientifica ed è riconosciuta dall’organizzazione mondiale della sanità e dal ministero della salute italiano.

La carie è una malattia infettiva dovuta a batteri che metabolizzano gli zuccheri presenti nel cavo orale, producendo acidi corrosivi nei confronti dello smalto e della sottostante dentina. A causa degli acidi lo smalto viene privato della sua componente minerale, formata essenzialmente da calcio e fosforo ma anche da fluoro. Quest’ultimo si trova naturalmente nella saliva e deriva dagli approvvigionamenti alimentari, che devono coprire un fabbisogno giornaliero di 1,5-4 mg nella popolazione adulta.

Il fluoro aiuta a prevenire la carie rallentando la distruzione dello smalto e accelerando il processo di rimineralizzazione. Più precisamente, la sua funzione preventiva si esplica attraverso i seguenti meccanismi:

Formazione di fluorapatite: si tratta di una variante dell’idrossiapatite che costituisce normalmente lo smalto dei denti, nella quale il fluoro si sostituisce a ioni idrogeno formando un materiale più resistente alla demineralizzazione e all’attacco di acidi e placca batterica. La sintesi di fluorapatite avviene durante la formazione della struttura dentale (amelogenesi), il che sottolinea l’importanza del fluoro nella dieta e nell’igiene orale dei bambini;
Remineralizzazione dello smalto: sui denti già erotti il fluoro ha la capacità di fissarsi nello strato più esterno dello smalto, assieme al calcio e al fosfato dissociati, sempre sottoforma di fluorapatite, compensando la quota erosa dagli acidi della placca;
Azione antibatterica: il fluoro è in grado di contrastare l’adesione dello Streptococcus mutans (principale responsabile della carie) ai tessuti orali.
Una delle fonti principali di fluoro è rappresentata dall’acqua potabile, ma a riguardo esiste un’ampia variabilità tra le diverse fonti. Con l’eccezione di alcune acque vulcaniche, come quelle presenti in alcune zone della Campania e del Lazio, in Italia la maggior parte dell’acqua potabile contiene una quantità di ioni fluoro non sufficiente a garantire un effetto di protezione verso la carie. Nel sito http://www.acqueitaliane.org/ è reperibile il contenuto dello ione fluoro, espresso in mg/l, nelle più diffuse acque minerali reperibili in Italia.

Da queste premesse deriva l’importanza di integrare il patrimonio di fluoro per via topica e/o per via sistemica:

per via topica attraverso l’uso di tutti quei mezzi di erogazione che forniscono fluoro in concentrazioni elevate direttamente alle superfici esposte; l’esempio più caratteristico è dato dai dentifrici o collutori fluorurati, ma è anche possibile l’applicazione professionale periodica di gel fluorurati sui denti;
per via sistemica attraverso la somministrazione orale di fluoro in gocce o pastiglie.
La metodica di prevenzione della carie dentale mediante l’assunzione, topica o sistemica, di fluoro è chiamata fluoroprofilassi.

Ad oggi l’orientamento generale è quello di ritenere più efficace (e indubbiamente più sicuro) l’effetto preventivo ottenuto attraverso la via di somministrazione topica dopo l’eruzione dei denti.

Abbiamo accennato circa l’importanza del fluoro nei bambini. Fino ai 3-6 anni di età esiste tuttavia un pericolo piuttosto importante chiamato fluorosi dentale, derivante dall’assunzione involontaria di quantità eccessive di fluoro. I bambini colpiti da fluorosi presentano alterazioni del colore dei denti, in particolare degli incisivi permanenti, fino a vere e proprie ipoplasie dentali nei casi più gravi.

La causa più frequente di fluorosi è l’ingestione da parte del bambino del dentifricio usato per lo spazzolamento dentale. Per tale motivo l’orientamento di molti dentisti è quello di:

evitare l’utilizzo di dentifricio nello spazzolamento dei denti nel primo anno di vita;
tra il primo e i il sesto anno di età usare quantità minime (delle dimensioni di un pisello) di dentifricio a concentrazione standard di fluoro (1000 ppm) due volte al giorno, oppure utilizzarne uno a basso contenuto di fluoro (500ppm) due volte al giorno;
dopo i 6 anni si possono iniziare a utilizzare i dentifrici a più alto contenuto di fluoro (almeno 1000 ppm);
nei bambini ad alto rischio carie si può prendere in considerazione l’applicazione topica professionale di fluoro ogni 3-6 mesi.
Nell’adulto a rischio di carie medio-basso è sufficiente l’uso di dentifrici a concentrazione standard di fluoro (almeno 1000 ppm) due volte al giorno, mentre nei soggetti cariorecettivi possono essere usati dentifrici ad alto contenuto di fluoro (con circa 1.500 ppm), collutori al fluoro o vernici al fluoro applicate periodicamente dal dentista. Per massimizzare l’effetto benefico del fluoro contenuto nel dentifricio, è consigliabile non risciacquare o ridurre al minimo il risciacquo dopo lo spazzolamento.
L’eventuale uso di integratori fluorati dev’essere valutato assieme al dentista dopo un’attenta analisi della quantità di fluoro assunta quotidianamente da altre fonti.

La somministrazione di integratori fluorati (compresse, gocce), durante la gravidanza, allo scopo di ridurre il rischio di carie del nascituro, non è raccomandabile vista la mancanza di una chiara evidenza scientifica.